mercoledì 16 marzo 2011

La cultura smarrita

Siamo un popolo che non ama la memoria storica.
Abbiamo dimenticato come è nata questa repubblica e ci dà quasi fastidio ricordare il sangue versato da tanti italiani per far sì che il sogno di una nazione unita, democratica e repubblicana potesse avverarsi.
E abbiamo dimenticato di essere un paese con una tradizione culturale di primissimo piano, una delle tradizioni culturali invidiate in tutto il mondo.
Abbiamo permesso ad un massone mafioso di imporre le sue televisioni abusive e con esse un modello culturale fatto di meschinerie, di comicità crassa e imbecille, di corpi seminudi e di disimpegno totale.
La ministra della diseducazione, questa finta secchiona che non ha nemmeno il coraggio di farci sapere il suo curriculum scolastico, sta completando l'opera del suo datore di lavoro.
Non c'è una volta che la signora non vada in televisione a sparare falsità con la sua faccina compunta da suorina mancata.
L'ultimo attacco agli insegnanti della scuola statale segue il solco tracciato dal puttaniere: il pericolo gravissimo continuerà a permanere finchè ci sarà anche un solo insegnante che farà il suo dovere di educatore e non di semplice trasmettitore di nozioni, il pericolo che in Italia ci sia ancora qualche mente pensante per conto proprio e non secondo lo standard televisivo del piduista.

domenica 6 marzo 2011

Più uguali

Da sempre, almeno così mi pare, una donna che si faceva pagare per offrire sesso veniva definita con vocaboli diversi ma nel migliore dei casi era una prostituta. Le cronache politiche di questi tempi hanno riempito pagine e schermi televisivi con la descrizione delle attività sessuali del nostro premier che ha beneficiato (almeno così sembra) delle prestazioni di un certo numero di "escort", ovviamente a pagamento. Guai a chiamarle prostitute! Sembra quasi che facciano un altro mestiere. E a me torna in mente George Orwell che nella "Fattoria degli animali" descrive la presa di potere della fattoria da parte degli animali; a poco a poco la leadership degli animali viene assunta dai maiali i quali impongono un nuovo principio : "tutti gli animali sono uguali ma alcuni sono più uguali degli altri".
Ecco. Io mi chiedo: che cosa trasforma una puttana in una escort?
La sua bellezza? La sua furbizia? L'aver trovato la persona giusta che l'ha introdotta (termine scivoloso, me ne rendo conto) nel giusto ambiente?
Oppure una famiglia che non si vergogna di avere una figlia che si prostituisce, anzi ne va quasi fiera?
Perchè in realtà, a quanto pare, la maggiore o minore dignità riconosciuta a chi pratica il mestiere più antico del mondo, dipende esclusivamente dal "utente finale".

sabato 5 marzo 2011

Hi there, the world

Maybe I'm a little bigheaded!! Maybe adressing the whole world is a bit too much?

Anyway, welcome to anybody who will stop here for a minute or so and care to read my writings.

Lately I've realized that as age is stepping onward the irritating sensation that days are getting shorter month by month and year by year is catching more and more on me. And because of that I'm creating new interests to fill my days even more. It's like a snake biting its tail!

Probably it all depends on that thin fear that's creeping inside of me: the fear that I won't be given time enough to do all the things I'd like to do. And i know that I will have to cope with this fear day by day and most of all surrender to the fact that time can't be stopped.

How irritating !!! Don't you think so? :))

Ciao mondo!

Se qualcuno avrà l'impressione di aver già visto questo titolo dico subito che usavo un altro blog ma non mi soddisfava per cui sono "emigrato" qui. E adesso partiamo.

Caspita! Il mondo!! Non sarà un po' esagerato? In ogni caso, benvenuto a chiunque avrà voglia di fermarsi su queste righe per qualche minuto. E siccome qualche "amico/a" ce l'ho anche fuori dell'Italia mi sembrerà giusto scrivere le stesse cose anche in Inglese.

Mi sto rendendo conto che con l'avanzare dell'età avanza questa irritante sensazione di giornate che diventano un po' più corte di anno in anno. E spinto da questa sensazione non faccio che crearmi nuovi stimoli a fare cose diverse e il risultato è che le giornate sembrano ancora più corte.

Probabilmente tutto ciò dipende da quella sottile paura che si è insinuata in me: il timore di non riuscire a fare tutte le cose che mi piacerebbe fare. E con questo timore so che dovrò continuare a fare i conti di giorno in giorno e soprattutto rassegnarmi al fatto che non si può fermare il tempo.