mercoledì 20 luglio 2011

San Gottardo

Sono passato per il san Gottardo una dozzina di volte - sempre ai primi di luglio - ed ogni volta ho rinunciato a fare la strada del passo, scoraggiato da nuvole che non promettevano nulla di buono. Ogni volta mi sono rassegnato a percorrere il lunghissimo tunnel che, con la sua aria calda e pesante, diventa ancor più soffocante e sembra non finire mai. Questa volta invece il sole splendeva anche in cima ed è stato con immensa gioia che ho lasciato l'autostrada ed i suoi tre kilometri di auto e camion in coda in attesa di entrare nel tunnel. Me la sono presa comoda, godendomi ogni tornante, fermandomi di tanto in tanto a fare qualche foto fino a quando non sono arrivato in cima, a 2100 metri di altitudine. Foto d'obbligo alla moto vicina al cartello stradale e ancora qualche foto alla vecchia strada che si percorreva fino ad una trentina di anni fa, quella che percorrevamo con i pullman quando facevo l'accompagnatore turistico. Le ricordo ancora le tante manovre - avanti un po' e poi indietro e poi ancora avanti e poi ... - in una decina di tornanti a passo di lumaca. Adesso è tutto più facile ma non meno suggestivo. Ragazzini scesi dalle auto per la foto di rito infilavano le mani nei cumuli di neve ai lati della strada e ragazzi e ragazze prendevano il sole sfidando il vento che soffiava forte. Poi ho cominciato la discesa ma come si faceva a non fermarsi a fotografare il torrente di acqua azzurra che scendeva fra le rocce per passare sotto un vecchio ponte di pietra, così simile ai tanti "ponti del diavolo" che popolano tante leggende? E come si fa a non rendere grazie a madre natura che ancora mi concede di andrmene in giro sulla mia moto a godermi le ampie viste che sarebbero precluse dall'abitacolo dell'auto?