martedì 27 dicembre 2011

Comunista ?

C'è chi mi ha etichettato comunista con un sorriso bonario e chi invece mi considera ferocemente tale e quindi, di tanto in tanto, ripenso a me stesso e mi chiedo se davvero io lo sia. E mi torna in mente la vecchia canzone di Gaber con un testo lunghissimo ma così condivisibile:
Se ero comunista? Mah? In che senso? No voglio dire…
qualcuno era comunista perché era nato in Emilia - La Romagna credo vada bene lo stesso
Qualcuno era comunista perché vedeva la Russia come una promessa, la Cina come una poesia, il comunismo come il "Paradiso Terrestre". Ecco, questo mai
Qualcuno era comunista perché aveva avuto un’educazione troppo cattolica. Ecco, questo forse sì
Qualcuno era comunista perché Berlinguer era una brava persona. Come manca uno come lui alla politica italiana (pardon .. alla sgangherata sinistra italiana)
Qualcuno era comunista perché Andreotti non era una brava persona.
E qui ci metto la firma
Qualcuno era comunista perché guardava sempre RAI TRE. Forse sì .. ma cosa si può guardare in alternativa senza pensare di essersi bevuti il cervello?
Qualcuno era comunista nonostante ci fosse il grande Partito Comunista.Qualcuno era comunista perché non c’era niente di meglio.
Deprimente doverlo ammettere ma è la verità
Qualcuno era comunista perché non ne poteva più di quarant’anni di governi viscidi e ruffiani.

Qualcuno era comunista perché piazza Fontana, Brescia, la stazione di Bologna, l’Italicus, Ustica, eccetera, eccetera, eccetera. Non credo ci sia bisogno di commentare
Qualcuno credeva di essere comunista e forse era qualcos’altro.
Qualcuno era comunista perché sognava una libertà diversa da quella americana. Forse sono la stessa cosa
Qualcuno era comunista perché pensava di poter essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri.Qualcuno era comunista perché aveva bisogno di una spinta verso qualcosa di nuovo, perché era disposto a cambiare ogni giorno, perché sentiva la necessità di una morale diversa, perché forse era solo una forza, un volo, un sogno, era solo uno slancio, un desiderio di cambiare le cose, di cambiare la vita.
E quando desideravo una morale diversa da quella democristiana degli Andreotti, Forlani, DeMita ecc. non immaginavo che saremmo precipitati nella morale puttanesca di Berlusconi & Co.


Qualcuno era comunista perché con accanto questo slancio ognuno era come più di se stesso, era come due persone in una. Da una parte la personale fatica quotidiana e dall’altra il senso di appartenenza a una razza che voleva spiccare il volo per cambiare veramente la vita.
No, niente rimpianti. Forse anche allora molti avevano aperto le ali senza essere capaci di volare, come dei gabbiani "ipotetici". E ora? Anche ora ci si sente come in due, da una parte l’uomo inserito che attraversa ossequiosamente lo squallore della propria sopravvivenza quotidiana e dall’altra il gabbiano, senza più neanche l’intenzione del volo, perché ormai il sogno si é rattrappito. E resta solo la tristezza e a volte la rabbia ma soprattutto la paura di pensare a cosa ha in serbo il domani per il mio nipotino

E sono sicuramente comunista quando penso che il salario massimo per un dirigente (sia esso politico, industrile o finanziario) non dovrebbe essere mai superiore di dieci volte quello di un operaio.

Sono sicuramente comunista quando penso che la scuola dovrebbe essere statale e gratuita almeno fino a sedici anni

Sono sicuramente comunista quando penso che è molto più immorale che tanti bambini muoiano di fame piuttosto che due uomini si bacino appassionatamente o due donne vogliano costruire insieme un legame familiare.

Sono sicuramente comunista quando penso che solo in Italia la chiesa può permettersi di dare consigli su come e chi votare, può permettersi di parlare di dignità della vita ma rifiutarsi di condannare come meritano quei preti che violano la vita di tanti innocenti.

Sono sicuramente comunista quando penso che prima di considerare un crimine l'immigrazione clandestina si dovrebbero mettere in galera gli sfruttatori di quella immigrazione, coloro che li schiavizzano nei campi, nelle officine e nelle piccole imprese.

giovedì 15 dicembre 2011

Sempre meno memoria

I leghisti che fanno casino in parlamento non sono una novità ma che ci sia ancora qualcuno che li apprezza significa proprio che, almeno un 6% degli italiani (prevalentemente posizionati al nord) si sono bevuti il cervello, forse inquinato dalle acque dei tanti affluenti del Po che si portano dietro un discreto inquinamento. Come si fa a dimenticare che questi signori hanno governato per otto anni negli ultimi dieci? Che hanno avvallato lo stallo del parlamento per tutti questi anni, impegnati a sostenerte Berlusconi nella sua lotta per tenersi il suo impero contro i magistrati mentre l'economia andava a puttana? Che sbraitano su Roma ladrona e non battono ciglio sui 13.000 euro ad un incapace che non è riuscito a prendere un diploma nemmeno pagando i diplomifici? Che trovano normalissimo che la Gelmini elargisca 800.000 euro sottratti alla scuola pubblica per fare un favore alla signora Bossi? Scrivono sui cartelli "Basta tasse". Adesso? Adesso lo scrivono? E dove erano quando la pressione fiscale saliva sopra il 45%. Dove erano loro quando Sacconi permetteva a Marchionne - con l'aiuto di Bonanni e Angeletti - di massacrare i lavoratori FIAT e di spostare l'industria italiana negli USA per ripagare i prestiti di Obama? Quanto è servita la Lega agli operai del Nord? Quanto è servita la Lega ai piccoli imprenditori del Nord? Forse qualcuno, in queste categorie, si sta accorgendo che è stato preso per il culo dai fazzoletti verdi. Forse è per questo che il partito con gli elettori dal più basso livello culturale della nazione sta mettendo su questo casino: per nascondere il fatto che dei "nordisti" non gliene frega nulla. Molto più importante salvarsi il culo sulla poltrona.

giovedì 1 dicembre 2011

Sconfiggere il tempo

Sì, lo so che non è possibile, che è utopia, che è una pia illusione. Il tempo non lo si sconfigge. Non si arresta il suo lento scorrere ed il suo incidere sul nostro corpo e sulla nostra mente. Però, a volte, può capitare qualcosa che ti fa sentire improvvisamente più giovane, qualcosa che ti dà una carica rinnovata e ti ritrovi con mille pensieri in testa. E vorresti che il tempo fosse un qualcosa di fisico, vorresti che fosse un altro uomo, un altro te stesso, uno al quale sbattere in faccia quel tuo piccolo successo, quella tua grande soddisfazione che fa sì che adesso gli anni che hai addosso ti sembrino un po' di meno anzi, molti di meno. E come si fa a non sentirsi addosso questa piacevole euforia quando, a quasi settant'anni, una casa editrice decide che un tuo romanzo vale la pena di essere pubblicato, che per la prima volta ci sarà in libreria un libro "vero" con il tuo nome sulla copertina?
Sì, lo so che di romanzi se ne pubblicano fin troppi e che probabilmente di copie se ne venderanno ben poche a paragone dei best sellers ma il fatto che qualcuno abbia deciso di investire una cifra, anche se piccola, sulle tue potenzialità può avere un solo effetto: il tempo sotto forma di altro uomo, di altro te stesso, per il momento è andato ko e tu ti senti improvvisamente più leggero senza tutto il peso dei tuoi anni sulle spalle.