mercoledì 16 marzo 2011

La cultura smarrita

Siamo un popolo che non ama la memoria storica.
Abbiamo dimenticato come è nata questa repubblica e ci dà quasi fastidio ricordare il sangue versato da tanti italiani per far sì che il sogno di una nazione unita, democratica e repubblicana potesse avverarsi.
E abbiamo dimenticato di essere un paese con una tradizione culturale di primissimo piano, una delle tradizioni culturali invidiate in tutto il mondo.
Abbiamo permesso ad un massone mafioso di imporre le sue televisioni abusive e con esse un modello culturale fatto di meschinerie, di comicità crassa e imbecille, di corpi seminudi e di disimpegno totale.
La ministra della diseducazione, questa finta secchiona che non ha nemmeno il coraggio di farci sapere il suo curriculum scolastico, sta completando l'opera del suo datore di lavoro.
Non c'è una volta che la signora non vada in televisione a sparare falsità con la sua faccina compunta da suorina mancata.
L'ultimo attacco agli insegnanti della scuola statale segue il solco tracciato dal puttaniere: il pericolo gravissimo continuerà a permanere finchè ci sarà anche un solo insegnante che farà il suo dovere di educatore e non di semplice trasmettitore di nozioni, il pericolo che in Italia ci sia ancora qualche mente pensante per conto proprio e non secondo lo standard televisivo del piduista.

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